Women for Girls ha avuto inizio con un viaggio in Senegal.
Un amico raccontò la storia di Adama, una ragazzina di 12 anni originaria di un un villaggio a circa 200 Km da Dakar, che durante l’estate appena trascorsa, si era recata dal villaggio a Dakar in cerca di un lavoro come domestica per pagare le spese per potere continuare la scuola. Adama provò a chiedere presso diverse abitazioni e poi, per caso, bussò alla porta della madre del nostro amico.
Considerando le realtà presenti in Europa e negli Stati Uniti, noi fummo colpite da questa bambina che voleva a tutti i costi continuare ad andare a scuola e che per farlo era disposta a lavorare come domestica. Tramite il nostro amico, prometemmo a Adama che, se avesse mantenuto buoni voti, avremmo provveduto al sostegno necessario per terminare la scuola e che eravamo disposte a seguire tutto il suo percorso scolastico anche fino all'universita'.
Abbiamo parlato con nostre amiche del nostro viaggio e della storia di Adama. Tutte volevano contribuire in qualche modo e nacque l’idea di un nome “Women for Girls” (Donne per le Ragazze) per dare un’opportunità a ragazze che, per le condizioni di vita nelle quali si trovano e anche per lo stesso fatto di essere “femmine”, si vedono negata ogni possibilità.
In mancanza dell’istruzione il circolo vizioso della povertà si ripete. Queste ragazze sono destinate a rimanere cittadine di seconda categoria, senza avere alcuna consapevolezza dei propri diritti. “Women for Girls Onlus” è una associazione senza scopo di lucro legalmente riconosciuta. Pur essendo molto giovane l’associazione è in continua crescita, ogni volta che visitiamo il Senegal il progetto cresce: abbiamo cominciato con una ragazza (in realtà due perché Adama ha una sorella gemella Awa, anch’essa coinvolta nel progetto) e ora ne seguiamo piu' di 60 (quasi tutte vivono nelle bidonville di Dakar), oltre a progetti di microcredito per l'avvio di piccole attivita' economiche, il progetto per l'acquisto di un mulino nel villaggio di Mbousnakh, a circa 120 km da Dakar, contatti con le istituzioni scolastiche per l'introduzione nelle scuole di programmi complementari per trasmettere conoscenze di base utili per la vita sociale e lavorativa (prevenzione delle malattie, tutela della salute, diritti umani, avvio di attivita' in proprio). Se si guardano le statistiche, ovviamente tutto ciò sembra una goccia nell’oceano che non può certo cambiare più di tanto le cose, ma ciascuna di queste ragazze sta sfruttando al meglio l’opportunità che è stata loro concessa e sta cercando di avverare i propri sogni. Questa tipo di collaborazione funziona.
Due volte all’anno ci rechiamo in Senegal ed ogni volta cresciamo personalmente e professionalmente lavorando con gli insegnanti, i direttori delle scuole, incontrando funzionari governativi e soprattutto incontrando le famiglie delle ragazze che iniziano a comprendere l’importanza dell’istruzione delle proprie figli. Nei paesi in via di sviluppo quando si istruisce un ragazzo si educa un individuo, ma quando si istruisce una ragazza si educa una comunità (proverbio africano). Queste ragazze hanno un’opportunità di rompere il circolo della povertà e diventare madri istruite e in grado di avere un’influenza positiva su tutta la comunità, in prima persona e attraverso l’istruzione dei propri figli.
Considerando le realtà presenti in Europa e negli Stati Uniti, noi fummo colpite da questa bambina che voleva a tutti i costi continuare ad andare a scuola e che per farlo era disposta a lavorare come domestica. Tramite il nostro amico, prometemmo a Adama che, se avesse mantenuto buoni voti, avremmo provveduto al sostegno necessario per terminare la scuola e che eravamo disposte a seguire tutto il suo percorso scolastico anche fino all'universita'.
Abbiamo parlato con nostre amiche del nostro viaggio e della storia di Adama. Tutte volevano contribuire in qualche modo e nacque l’idea di un nome “Women for Girls” (Donne per le Ragazze) per dare un’opportunità a ragazze che, per le condizioni di vita nelle quali si trovano e anche per lo stesso fatto di essere “femmine”, si vedono negata ogni possibilità.
In mancanza dell’istruzione il circolo vizioso della povertà si ripete. Queste ragazze sono destinate a rimanere cittadine di seconda categoria, senza avere alcuna consapevolezza dei propri diritti. “Women for Girls Onlus” è una associazione senza scopo di lucro legalmente riconosciuta. Pur essendo molto giovane l’associazione è in continua crescita, ogni volta che visitiamo il Senegal il progetto cresce: abbiamo cominciato con una ragazza (in realtà due perché Adama ha una sorella gemella Awa, anch’essa coinvolta nel progetto) e ora ne seguiamo piu' di 60 (quasi tutte vivono nelle bidonville di Dakar), oltre a progetti di microcredito per l'avvio di piccole attivita' economiche, il progetto per l'acquisto di un mulino nel villaggio di Mbousnakh, a circa 120 km da Dakar, contatti con le istituzioni scolastiche per l'introduzione nelle scuole di programmi complementari per trasmettere conoscenze di base utili per la vita sociale e lavorativa (prevenzione delle malattie, tutela della salute, diritti umani, avvio di attivita' in proprio). Se si guardano le statistiche, ovviamente tutto ciò sembra una goccia nell’oceano che non può certo cambiare più di tanto le cose, ma ciascuna di queste ragazze sta sfruttando al meglio l’opportunità che è stata loro concessa e sta cercando di avverare i propri sogni. Questa tipo di collaborazione funziona.
Due volte all’anno ci rechiamo in Senegal ed ogni volta cresciamo personalmente e professionalmente lavorando con gli insegnanti, i direttori delle scuole, incontrando funzionari governativi e soprattutto incontrando le famiglie delle ragazze che iniziano a comprendere l’importanza dell’istruzione delle proprie figli. Nei paesi in via di sviluppo quando si istruisce un ragazzo si educa un individuo, ma quando si istruisce una ragazza si educa una comunità (proverbio africano). Queste ragazze hanno un’opportunità di rompere il circolo della povertà e diventare madri istruite e in grado di avere un’influenza positiva su tutta la comunità, in prima persona e attraverso l’istruzione dei propri figli.